SHORT SKIN



SHORT SKIN

Progetto e regia | Massimiliano Cividati

Con | Michele Basile + Camilla Pistorello + Marco Rizzo + Camilla Violante Sheller + Libero Stelluti + Matteo Vitanza

Assistente alla regia | Raffaella Bonivento

Collaborazione alle coreografie | Olimpia Fortuni

Realizzazione scenica | Massimo Todini

Contributi | Lino Palena

Produzione | Aia Taumastica 2016 con il sostegno di Residenza Teatrale Torre dell’Acquedotto

Nel 1977 la NASA inviò due sonde nello spazio - voyager 1 e voyager 2 - con lo scopo di spiegare la terra agli alieni. Un'equipe capitanata dall'astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan seleziono' 116 immagini, 90 minuti di musica, una raccolta di suoni e un saluto in 50 lingue che potessero in qualche maniera raccontarci a qualcuno così lontano e diverso da non poterci capire.

Da qui siamo partiti, per provare a raccontare gli adolescenti, immaginando che ai loro occhi noi si possa comparire tanto lontani da essere alieni. Abbiamo cercato una selezione pop e alta di segnali e segni che potessero essere rappresentativi di quella fase tanto unica e preziosa della formazione dell'individuo.

Crediamo che non vi possa essere momento piu' propizio per tentare di definire i connotati degli adolescenti, in particolar modo di quest'ultima "specie" di adolescenti. Sono infatti abbastanza fermi e amano essere osservati e studiati; non hanno proprio nulla in contrario e rispondono a tutte le domande che vogliamo loro rivolgere. Anche in televisione, al cospetto di milioni di mamme e insegnanti, raccontano agevolmente esperienze che in passato neanche se costretti avrebbero ammesso.

Parleremo quindi di corpi che cambiano, capelli che non vogliono essere addomesticati, appetiti insaziabili di ogni genere, attrazione, bisogni, identità, linguaggio, musica, spazi, rifiuti, rinunce, perdite, smarrimenti e .... degli "altri" ...coloro che pensano di dominare ancora questo pianeta ... Con  regole tempi e attitudini così lontani, da essere spesso totalmente incomprensibili. 

 

Eccoci qui, quindi, adulti - ai loro occhi vecchi già a 25 anni - ad osservare questo materiale .... nella speranza di poterli osservare per più di un ora, non come i futuri noi, ma come una specie che abita mondi e regole così diversi dai nostri che nessun giudizio avrebbe senso. E alla fine essere capaci di sorridere, soffrire e ...per un solo attimo, amare come loro.

GLI ADULTI

“Abitano mondi diversi” … “sono degli ALIENI” … ecco come abbiamo deciso di raccontare gli adulti, lontani ed indefiniti … così come un adolescente potrebbe leggerli.

I “nostri” adulti vestono allora degli zentai, tute integrali che annullano i lineamenti personalizzanti, cancellano il volto rendendo chi li indossa anonimo, privo di identità. Sono figure che abitano lo spazio tracciando linee geometriche e prevedibili, che faticano a parlare se non attraverso suoni scomposti, delle figure talvolta ridicole, grottesche così lontane che sia lecito per i ragazzi chiedersi: “ma come può accadere che un giorno io diventi così? E soprattutto quando?”. La metamorfosi deve essere rimandata. Io e la mia giovinezza vivremo in eterno e come tali ci consumeremo.

Ma sebbene il punto di vista ne amplifichi le diversità CENTRALE è per noi il BISOGNO DI DIALOGO tra questi due mondi, i tentativi e le strategie … verbali e non … che vengono messe in essere per riuscire ad entrare in contatto.

IL CODICE

Lo spettacolo procede in maniera analogica attraverso situazioni emotivamente conflittuali, ma tangenti narrativamente in un procedimento simile, per logica, alle associazioni che youtube ci suggerisce quando navighiamo … non abbiamo l’ambizione di esaurire tutto le tematiche legate all’universo degli adolescenti ma siamo sicuri che lì dove non arriviamo in maniera diretta lo facciamo in maniera tangente.

Abbiamo scelto di presentare uno spettacolo che avesse la struttura di un concerto, mantenendo in maniera rigorosa la frontalità con il pubblico; pur senza mai parlare di “selfie” i nostri ragazzi non si chiudono mai tra di loro, e quando si parlano lo fanno continuando a guardarci … consapevoli che nel loro mondo, la presenza di un qualsiasi pubblico è fondamentale.  Un concerto che alterna pezzi strumentali – completamente privi di testo, in cui l’azione, allusiva, metaforica … ma MAI ASTRATTA sostituisce completamente la parola – a pezzi squisitamente “detti” – talvolta a microfono, vere e proprie dichiarazioni di intenti … o come è più di moda dire … “confessioni”.

 

L’alternanza di momenti più leggeri e divertenti che sappiano strizzare l’occhio tanto allo  stand up quando alle slap stick  è fondamentale per  garantire alle parti emotivamente più forti e toccanti  un corretto respiro.

COSA

I cambiamenti fisici, i corrispondenti e progressivi mutamenti di interesse, ciò che devo fare e ciò che vorrei fare, ciò che vorrei dire e ciò che in realtà dico, i dubbi e le indecisioni, la scoperta del corpo dell’altro, i miei genitori, i vecchi di 30 anni, la rabbia, la fame, gli amici, il desiderio, la vergogna, la voglia di spaccare tutto, le foto,  lo svendersi per essere accettati, il bullismo, le amiche, il peso, i voti, i surrogati dell’affetto, tagliarsi, la scuola,  la discoteca, il sesso, l’essere invisibile, il branco, la moda, i capelli, la paura, le domande che non hanno risposta, il peso delle parole …. l’infinito.

IN DEFINITIVA

SHORT SKIN è un utopistico catalogo sull'energia incontrollabile e meravigliosa della giovinezza ... sulla paura di dover rinunciare un giorno ad essa e sul terrore che tutto possa al contempo rimanere sempre così.

 




Genere
TEATRO Contemporaneo