IL MALATO IMMAGINARIO



arca azzurra teatro

IL MALATO IMMAGINARIO

di Molière

adattamento, ideazione spazio, regia Ugo Chiti

con

Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Gabriele Giaffreda, Elisa Proietti

Dopo trent’anni tondi di attività, dopo aver segnato con alcune produzioni di grande rilievo su testi di Ugo Chiti il cammino della drammaturgia italiana contemporanea, e allo stesso tempo dopo aver onorato alcuni appuntamenti ineludibili con quei “classici” più vicini alla natura e alla poetica del gruppo e del suo Dramaturg (da Machiavelli al Decameron, da Sem Benelli al Pinocchio attualmente in distribuzione), gli orizzonti della compagnia necessitano di una apertura verso panorami meno frequentati e più sghembi, verso testi e autori che appartengono al repertorio teatrale universale, con quei classici che possano comunque parlare al nostro quotidiano come e meglio di un’opera  contemporanea.

Non è neanche questo un territorio estraneo alla nostra storia e al nostra sensibilità. Tra i nostri lavori più forti annoveriamo frequentazioni con lo Shakespeare di Amleto, con il Kafka della Metamorfosi, con una rilettura assolutamente stimolante di alcuni episodi della Genesi biblica.

Per questo incontriamo Moliére e il suo Malato immaginario  con spirito aperto e disponibilità piena oltre che con rispettosissima umiltà, ma anche con l’entusiasmo verso un testo, un intreccio ricchissimo e di un’attualità quasi disarmante, verso una di quelle rare commedie divenute ormai qualcosa di più di un classico, di fronte a personaggi diventati veri e propri archetipi.

Dire che Il malato immaginario come tutti i classici parla apertamente all’oggi è quasi una banalità, ma certo l’ossessione ipocondriaca di Argante, la sua bulimia medicinale ci sembrano paradigmatiche di atteggiamenti apertamente contemporanei, come del resto la sua vulnerabilità ai raggiri degli esperti e dei dottori, che sono senza dubbio caratteristica della nostra società dove abbondano millantatori e maghi, ma dove i rimedi sono spesso peggiori dei mali.




Genere
TEATRO Classico