Tenco a Tempo di Tango
Testo di Carlo Lucarelli
Regia e scenografia di Matteo Perico
Interpreti: Giovanni Di Lonardo e Barbara Galeandro
Musicisti: Daniela Donatone piano, violoncello e voce; Laura Donatone sax;
Bruno Galeone fisarmonica e piano; Michele Sartoro chitarra
Assistente alla regia Domenico Colella
Produzione TANGRAM Associazione Culturale - Taranto
SINOSSI
Nel dicembre del 1965, poco più di un anno prima di essere ritrovato nella stanza 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo ucciso da un colpo di pistola alla testa, Luigi Tenco era andato in Argentina, dove rimase dieci giorni. Cosa ha lasciato, laggiù, in quel viaggio? Cosa si è portato dietro? Cosa si è portato dentro? Il 27 gennaio 1967, dopo che la sua canzone è stata eliminata dal Festival di Sanremo, Luigi Tenco si chiude in quella camera d’albergo e si spara. Per qualcuno c’è qualcosa di poco chiaro in quel suicidio, per altri non è neanche un suicidio, ma questo adesso non ci interessa, questa è un’altra storia. A noi, adesso, interessa un altro mistero. Il mistero del cuore umano.” Il mistero che Carlo Lucarelli racconta ha per protagonista un ispettore della polizia di Sanremo, che subito dopo il suicidio di Tenco viene incaricato d’investigare sul viaggio del cantante a Buenos Aires. Nelle sue ricerche si imbatte in una locanda, “El Viejo Almacen”, dove tutte le sere una piccola orchestra suona le canzoni di Tenco a ritmo di tango. Conosce Angela, la cantante del locale, e da lei si lascia guidare alla scoperta del mistero del cantautore, che “sta tutto nella sua musica, nelle sue canzoni”. Intanto l’atmosfera argentina comincia a turbare il suo animo. Una storia sottile, sensuale e malinconica.
NOTE DI REGIA
Sono tanti e tutti diversi gli elementi che possono evocare il mistero del cuore umano, il mistero che avvolge la vicenda del suicidio di Luigi Tenco, in un hotel di Sanremo. Questi elementi si intrecciano e trovano posto tra i passi di una vorticosa danza: il tango argentino. Oggetti e colori gialli e rossi rappresentano la passione, l’inquietudine, la sensualità, l’oscurità di ciò che è successo, di ciò che c’è stato, che ora non esiste più ed è troppo tardi da capire e da ricostruire. Tutto si muove come in un turbine, la danza si fonde con il movimento agitato di petali di rosa, che volteggiano nell’aria come se fossero leggere farfalle, che stanno per rivelare il segreto più nascosto, che stanno per raccontare la storia più intensa e più intima, quella della vita, usando solamente le armi della nostalgia della solitudine e di una sottile sensualità. La storia che nessuno ha mai raccontato perché costellata di dolore, di bruschi cambiamenti di ritmo: la storia dell’animo umano che travolge tutti come in un tango appassionato. E proprio in un tango, come un pensiero triste che si balla.