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Giugno 2017
Domenica
11:30

Villa Sottocasa

Informazioni sul luogo
Cortile Villa Sottocasa - In caso di maltempo lo spettacolo si terrà presso l'Auditorium di Piazza Unità d'Italia 2 - Villa Sottocasa, Via Vittorio Emanuele, Vimercate, MB, Italia

intero euro 5, ridotto euro 3 (under 18)

MIRAGGI MIGRANTI

Spettacolo teatrale

TEATRO Contemporaneo Sociale - 11+

Informazioni sullo spettacolo

MIRAGGI MIGRANTI produzione Stradevarie, Campsirago Residenza | di e con Alem Teklu, Soledad Nicolazzi, Barbara Monaco e Alessandra D’Aietti | regia Soledad Nicolazzi

Miraggi Migranti racconta al pubblico del nord “perché non se ne stanno a casa loro” e al pubblico del sud “che partire può essere solo un miraggio”.

Senza parole. Tout public. Con musica e pittura in scena.

Questo spettacolo porta in scena una grande illusione, quella di chi, dai villaggi dell’Africa, immagina che la Fortezza Europa racchiuda un Eldorado di pace e prosperità, illusione alimentata dall'autonarrazione dell’emigrante che tace difficoltà, rischi e fatiche della vita al di qua del Mediterraneo.

Il lavoro è un incontro tra teatro, arte figurativa e musica frutto di una collaborazione tra quattro donne che da anni si occupano di migrazione: Alem Teklu, pittrice etiope e migrante, Soledad Nicolazzi, attrice e regista, Barbara Monaco giornalista e impegnata in progetti di cooperazione e Alessandra D’Aietti, musicista e insegnante.

Il linguaggio è visivo e sonoro per uno spettacolo fruibile da tutti: da chi parte, da chi accoglie e da chi resta a casa aggrappato a un miraggio. Il lavoro è artigianale sia nella creazione sia nell’atto performativo: in scena i pupazzi prendono vita dalle mani delle attrici e dalla musica e i colori di Alem animano lo sfondo nero, un dipinto che scandisce la narrazione e che si completa solo alla fine dello spettacolo.

IL PROGETTO

Miraggi migranti nasce con un sogno: quello di andare là da dove i migranti partono in cerca di un futuro migliore. Per questo nell’estate 2016 compagnia Stradevarie è stata in tournée in Etiopia, nell’ambito del progetto «Miglioramento delle condizioni di vita della popolazione di ritorno e dei giovani residenti nella zona di Bale (Regione Oromia) al fine di mitigare le cause della migrazione irregolare», promosso dalle ONG partner COOPI e CCM – Comitato Collaborazione Medica.

Il tour ha preso il via a giugno 2016 nella città di Goba (nel centro-sud del Paese) con un percorso laboratoriale rivolto ai ragazzi dell’associazione locale Club 20/25 per realizzare insieme ai giovani del posto uno spettacolo che parli di migrazione partendo dall’esperienza di chi ha visto tanti parenti e amici partire. Il progetto si è concluso in agosto con un periodo di tournée che ha visto protagonista il frutto del laboratorio fatto con Club 20/25 e lo spettacolo di Stradevarie che raggiunge così il suo scopo ultimo di raggiungere i potenziali migranti per raccontare la verità su un viaggio e una meta, l’Europa, spesso mitizzati nell’immaginario collettivo. In questa occasione, inoltre, Miraggi Migranti ha realizzato il debutto internazionale all’Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba. Durante la tournée Stradevarie ha realizzato un documentario con interviste, immagini e racconti delle persone incontrate durante il percorso

NOTE DI REGIA

Questo spettacolo, dalla struttura ai linguaggi utilizzati, nasce con una grande sfida: arrivare là, dove i migranti partono pagandosi con sacrificio il biglietto per l'inferno e prendere spunto dallo spettacolo per parlare insieme della storia del “grande miraggio”. Avremmo potuto raccontare a parole la storia di Alem, o di tante e tanti che abbiamo incontrato in questi anni di lavoro con migranti. Ma ci è sembrato importante cercare una modalità comunicativa universale: un linguaggio semplice, se possibile, ironico. Perché pensiamo che la vita, anche nei momenti più tragici, abbia risvolti comici, che l'autoironia sia l'arma più efficace per affrontare le difficoltà e combattere i luoghi comuni. E perché il registro ironico, antinaturalistico, ci sembra straordinariamente comunicativo. Per questo i personaggi sono irreali, fumettistici.

Nel nostro percorso drammaturgico sfioriamo un tema importante della vita del migrante, la “doppia assenza”, risvolto sociologico di cui parla efficacemente Abdelmalek Sayad: «l'emigrato è al contempo assente sia dalla società d’origine che da quella presso cui risiede; escluso dall’ordine politico e sociale di entrambi i luoghi che ha abitato e che abita, come fosse straniero presso il mondo intero. La società d’origine può infatti accusare l’emigrato di “rinnegamento”, lasciando nell’individuo un senso di colpa inestinguibile. L’immigrato è una “persona fuori luogo”, un soggetto privo di un proprio spazio all’interno della società di destinazione. Egli non è né cittadino né straniero, votato all’eterna contraddizione e alla non-appartenenza».

Ed è a questi stranieri del mondo, in cerca di un riscatto al di là del mare che dedichiamo questo spettacolo. - Soledad Nicolazzi 

 

 

 

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