Orfeo ed Euridice
ORFEO ED EURIDICE
selezione Premio Inbox 2014
finalista Premio Cassino Off 2016 – Festival del Teatro Civile
testo e regia César Brie con Giacomo Ferraù e Giulia Viana produzione Teatro Presente / Eco di fondo costumi Anna Cavaliere / musiche Pietro Traldi disegno luci Sergio Taddei / tecnici Manuela De Meo e Adalgisa Vavassori durata 50′
E se lei ritornasse? E se lei si svegliasse un giorno? E se un mattino aprisse gli occhi? E’ il tuo canto che la tiene in vita? Lasciarla andare significa ucciderla? O è lasciar andare la tua di speranza? Lasciarla andare significa ucciderla? O è il canto di amore più straziante? Il gesto più puro, l’amore che si afferma nella perdita? Orfeo è rauco. Euridice è sorda.
LO SPETTACOLO
Orfeo con la sola forza del suo canto prova a strappare la sposa Euridice dal regno dei morti. La forza e la poesia del mito si intrecciano in questo lavoro con due temi controversi: l’accanimento terapeutico e l’eutanasia.
Senza offrire risposte, lo spettacolo interroga lo spettatore sulla forza e la grandezza del sentimento d’amore. César Brie
DICONO DI NOI
“…Sul palco del teatro milanese una pièce di graffiante bellezza, dall’interpretazione degli attori a una regia visionaria che cerca di interrogarsi con il mito (e soprattutto con il teatro) su temi come l’eutanasia e l’accanimento terapeutico. E quel che emerge non è una risposta limpida: messa nelle mani degli spettatori, invece, l’estrema umanità dell’uomo…” Elisa Murgese – Il fatto quotidiano
“…Giacomo Ferraù e Giulia Viana superano abbondantemente la prova coraggiosa che si erano posti, quella di restituire attraverso lo sguardo di uno dei maestri del teatro contemporaneo uno squarcio reale di vita dove l’amore vince sempre al di là della insensibilità della morte.” Mario Bianchi – Rivista Eolo
“…La speranza, l’amore, la felicità, la violenza della società, la disperazione, il peso di decisioni laceranti, i dubbi, la casa dei risvegli e l’Ade, le sentenze dei giudici e Caronte, mito e realtà, tutto si fonde e si confonde, in uno spettacolo ad alto tasso emotivo, interpretato con intensità da Giulia Viana e Giacomo Ferraù, vive, di immagini lievi e forti, che fa riflettere su come la sacralità della vita debba anche essere la sacralità della morte per credenti e non credenti.” Magda Poli – La Stampa
“…Un ecosistema teatrale di sfumature e vibrazioni sottili, in osmosi con un pubblico stregato da tanta emozionante semplicità a servizio di una questione complicata. Prende posizione sì, ma lo fa con le armi della poesia.” Sara Chiappori – La repubblica “…Per me è uno degli spettacoli più belli degli ultimi anni. Lucido e profondissimo. Il mito (…) viene usato dal regista argentino come pretesto per raccontare la storia delle tante Eluana e dei tanti Beppino Englaro.(…)Non ci sono risposte. Non c’è retorica, ma un misurato disegno dell’amore che incontra la morte. (…)” Alessio Baù – socialmilano.org
“…questa assenza di enfasi e questa aderenza alla realtà rendono lo spettacolo particolarmente commovente (…)merito di un’interpretazione lodevole da parte dei due attori, in grado di affrontare con bravura, realismo e sensibilità anche scene molto difficili.(…) Felice Carlo Ferrara – Krapp’s Last Post (klpteatro.it)
“… Bravissimi, gli attori Giulia Viana e Giacomo Ferraù (…) In filigrana, la regia.(…) Ed è un florilegio d’immagini delicate e pittoriche, (…) musiche che strizzano l’occhio alla cetra del mitico Orfeo…” Fattiditeatro.it