Casa de Tàbua



L’incontro di Due Mondi e di tutte le emozioni che si portando dentro.

Lui con la sua casa viaggiante, lei con la sua casa sonora.

Lui con il suo silenzio impacciato e morbido, lei con le sue abitudini precise e ritmiche.

Il loro incontro davanti allo sguardo del pubblico li rende ancora più assurdi, più fragili, più legati alle loro strane e riconoscibili manie. Gli oggetti parlano e ballano per loro che, rinchiusi nel loro silenzio, ci raccontano sicuramente più di quanto si possa dire con le parole. Vedersi dalla terrazza ma non riuscire a trovarsi davanti alla porta, pulire casa, sognare o sognarsi, far colazione, sbagliare momento e forse modo, giocare a sfidarsi in abilità e godere delle soddisfazioni date dalle piccole vittorie per poi darsi appuntamento senza riuscire ad incontrarsi, sotto un lampione sopra una sedia. Salutarsi.

Casa de Tábua è un incontro inaspettato tra suono e gesto che rivela il lato comico dell’uomo nel quotidiano. Tutto così assurdo e quindi così reale.

"In un mondo dove la vita normale è vissuta in modo assurdo, il clown vive l'assurdità in modo

normale".

NOTE SUL PERCORSO DI RICERCA

Il processo di ricerca in Casa de Tábua si è strutturato tenendo il corpo al centro del processo creativo. Il corpo-suono, il corpo-silenzio, il corpo-musica. Un lavoro essenzialmente fisico che ha portato alla necessità di affrontare l’atto teatrale come una partitura musicale. La base comica non verbale legata al clown ha suggerito la gestione dei tempi comici, la dilatazione, la pausa e la sospensione scenica elaborate con esercizi ed improvvisazioni in continua progressione e sviluppo. La comicità passa dalla ricerca di neutralità e tranquillità, dalla consapevolezza della propria presenza e dalla percezione di come tale consapevolezza risuona nel pubblico e nello spazio. La presenza del Clown in scena è attraversata sempre dal suo storico corporeo ed il pubblico ha bisogno di sentire quella storia impressa su di lui. L’insistenza è stata parte importante in questo lavoro. Ripetere le azioni fisiche per sentirne l’identificazione. In fondo è per questo motivo che il clown ripete il suo vissuto, per non ricordare di aver vissuto prima ed è questa freschezza che abbiamo cercato nella profondità di questi mondi che si sono creati. Un percorso diventato naturale e strutturato dall’incontro artistico tra Irene Michailidis e André Casaca.




Genere
TEATRO Musicale Commedia
ARTISTI DI STRADA
TEATRO Contemporaneo Comico
Tags
famiglia poesia musica