Rosa



In scena una donna. Clown. Sola. O forse no. Rosa. Può una donna provocare, sedurre, comandare, far ridere una platea, istruire chi ha di fronte, liberarsi dagli impacci e dagli impicci, giocare ad essere altro da sé, appropriarsi anche di un’energia maschile e in questo gioco continuare a divertirsi pur mantenendo una puntuale attenzione al pubblico che ha di fronte? Può una donna semplicemente togliersi di dosso alcuni panni (imposti poi chissà da chi!) e vestirne altri? Diventare clown per dare voce al desiderio recondito di essere bambina, arrampicarsi, dominare e domare strani animali della sua fantasia, poi tirare fuori tutta la sua autentica femminilità e sbocciare, lasciando quasi sgomento il pubblico mentre si esibisce mostrando le sue doti canore e la potenza dei passi del Flamenco. “Rosa” è questo e altro, uno spettacolo provocatorio che si muove sul sottile ma ben solido filo della comicità. Una semplice e surreale scenografia e pochi oggetti di scena, che diventano a tratti complici a tratti nemici di Rosa, oggetti stravolti nella loro ordinarietà quotidiana dallo sguardo del clown. Lo stesso sguardo che trasporta lo spettatore di ogni età in mondi nuovi, rapito dal corpo di una donna che avanza, inesorabile, esibendosi nelle sue strampalate ma coinvolgenti evoluzioni spericolate.

Una serie di gag comiche, da cui emerge il lato buffo e allo stesso tempo delicato dell’essere umano. Uno show dove il ritmo è il tappeto sopra il quale scorrono i desideri della protagonista, intriso di un linguaggio non verbale, un grammelot, che parla a tutti. Rosa gioca con il suo corpo a 360° gradi, alterna scivolate e cadute clownesche a spruzzi e a urli di voce in varie lingue, passi di flamenco imbizzarriti a equilibri precari, e poi improvvisazioni e poesia, il tutto all’ombra di un attaccapanni gigante, a cui sono appese le strampalate idee di una donna.

NOTA SUL PERCORSO DI RICERCA

"Chissà come sarà influenzato il mio clown da questa femminilità? Potrò essere comica, con la stessa ironia incisiva e sottile che ho trovato in questi 13 anni di lavoro?"

Ho conosciuto e sviluppato la mia identità comica e gestuale di clown con i capelli raccolti in una cuffia e abiti che annullavano le mie forme femminili per restare in contatto con il mio istinto in modo neutro, privo di pregiudizio, intimo.

“Rosa” rappresenta il momento del mio percorso in cui nuove parti di me hanno indossato un naso rosso e si sono mostrate, fino a scoprire come una donna clown possa transitare con il suo corpo e il suo sguardo puro e giocoso attraverso il genere: lesplorazione del maschile, e di ciò che idealmente è associato a quelluniverso, la delicatezza della trasformazione, la forza femminile del fiore che sboccia rosso e sensuale, con una coda di gale come corolla e spine di tacchi chiodati, ed infine la liberazione  di ogni mia natura attraverso la potenza della voce e della danza flamenca.




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flamenco danza canto