FILM: TRA CINQUE MINUTI IN SCENA
un film di Laura Chiossone
prodotto da Marco Malfi Chindemi per RossoFilm
in collaborazione con Mare Mosso e con Filmgood e Albatros
opera prima di Laura Chiossone
con Gianna Coletti, Gianfelice Imparato,
Anna Canzi, Elena Russo Arman, Urska Bradaskija, Luca Di Prospero
e con Anna Coletti
Gianna è una figlia, con una madre anziana e molto ingombrante di cui prendersi cura. È anche un’attrice, con uno spettacolo teatrale da portare in scena tra mille difficoltà. Non da ultimo è una donna, con una storia d’amore in punta di piedi cui è difficile trovare spazio.
Un film che in un gioco di scatole cinesi racconta con il sorriso il prendersi cura di qualcuno che ha bisogno di noi, mixando documentario, teatro e fiction.
Una tenera storia di dipendenza tra una donna – un’attrice di teatro – e una madre non più autonoma, che s’intreccia tra fiction e vita reale in un quadro di passaggio tra generazioni al femminile.
distribuito nelle sale da Parthenos a luglio 2013, accolto con entusiasmo dalla critica, ha vinto premio Cicae Art Cinema ad Annecy nel 2012, il premio Fice miglior film indipendente nel 2013 e il premio miglior film al Miff di Mosca 2015. Il film è uscito in Dvd a Novembre 2014.
La regista, Laura Chiossone, di questo film girato in poche settimane, dice: «La considero un'opera sulla resilienza, cioè sulla capacità umana di trovare risorse interiori anche davanti alla difficoltà estreme».
“Ha il dono della leggerezza e del sorriso” (La Repubblica)
“Un piccolo film da non perdere” (Corriere della Sera)
“Nella protagonista Gianna Coletti riecheggia lo spirito brillante della Melato” (Rolling Stone)
“C’è un’intimità straziante che irrompe fuori dallo schermo per aggredire lo spettatore, non è facile reggere tanta intensità, le emozioni si accavallano tra il disagio e la commozione e il sorriso che affiora impudico” (Il Manifesto)
“Una meditazione sul senso dell’amore” (Il Giornale)
“Bisognerebbe inventare un genere per questo film ispirato da tranche biografiche, sospeso tra documento ed epigramma poetico, perimetro di quartiere, mix linguistico, antropologia di comunità” (Il Giorno)
“L’energica bellezza che ci tiene in vita abita luoghi poco visti, profondamente sentiti in un film che trascende il lavoro e trasuda l’amore” (Film TV)
“Un piccolo ma ingegnoso "Dramedy da camera" dagli echi pirandelliani. La rivincita del cinema indipendente italiano, coraggioso e intelligente dove realtà e rappresentazione vanno a braccetto per un film da amare. Gianna Coletti ha un notevole talento…” (Il Fatto Quotidiano)