Intervista - Giulio Andreetta a Camponogara



Sabato 28 settembre 2019, alle ore 18, al Teatro Dario Fo di Camponogara, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario dalla fondazione della ditta di pianoforti Brusegan, si terrà un recital del pianista Giulio Andreetta. Promotori dell’evento saranno il Comune di Camponogara e la famiglia Brusegan. Il programma del concerto darà spazio a compositori quali Johann Sebastian Bach, Frédéric Chopin, Ludwig van Beethoven, Alexander Scriabin. Contestualmente verrà assegnato un riconoscimento dal Comune di Camponogara alla prestigiosa Casa Musicale.  

- Sei un musicista eclettico, non solo pianista, ma anche compositore e musicologo. Da che cosa è nato l’impulso alla composizione? Si può dire che sia sempre rimasto affascinato non solo dall’interpretare musica scritta da altri, ma anche dal crearne della mia propria. Una delle prime composizioni di cui abbia memoria è una canzone improvvisata, nella tonalità di do minore, della quale ovviamente non ricordo nulla (avrò avuto 10-11 anni). Ma da quel momento in poi ha avuto la sensazione che quello sarebbe stato il mio mestiere, in futuro. La carta pentagrammata, il sistema di notazione musicale che permette di scrivere la musica, permette questo miracolo di ricreare, ogni volta in modo diverso, ciò che ha suggestionato il compositore nel momento della creazione. Credo che questo sia un autentico miracolo, e cioè il fatto che la tua musica possa virtualmente vivere in eterno, perché “registrata” su pentagramma. Ormai sono “dipendente” dalla composizione e dalla scrittura: devo trovarmi qualche momento, all’interno della giornata per poter scrivere. - Un lavoro per coro e orchestra è già andato in scena. Voci di guerra, una cantata in memoria delle vittime della Prima Guerra Mondiale. E’ un lavoro al quale sono affezionato, e per me aver avuto l’occasione di metterlo in scena e di far ascoltare la mia musica per orchestra è un risultato di cui vado fiero. Ringrazio ancora il Maestro Maffeo Scarpis per aver reso possibile quei concerti, con la collaborazione dell’Orchestra “Città di Ferrara” e il Coro “Città di Conegliano” diretto dalla prof.ssa Laura Fabbro. Si tratta di un lavoro che si articola in tre movimenti, e a ciascuno è affidato il testo di una poesia, I poeti sono gli italiani Giuseppe Ungaretti, e lo scrittore parmense Renzo Pezzani,. Ho voluto anche inserire un poeta austroungarico, Robert Skorpil. - Altri progetti di musica per orchestra? E’ stata da poco pubblicata presso l’editore Armelin di Padova un’altra Cantata per soli, coro e orchestra basata sulla narrazione del mito di Antigone. Si tratta di un lavoro molto ampio, per organico e durata, ma non dispero di metterlo in scena un giorno. Ho anche molta musica inedita che mi piacerebbe valorizzare in un qualche modo. - Passiamo all’esecuzione musicale. Qual’è la tecnica che utilizzi per concentrarti prima di un concerto? Penso che quello della concentrazione sia un mito da sfatare. La concentrazione, se proprio se ne vuol parlare, almeno per quel che riguarda la musica, non ha che fare con la percezione di uno sforzo o di un affaticamento. Non è necessario sforzarsi, o affaticarsi per rendere prestante e lucida la propria mente. Al contrario penso che sia necessario, prima del concerto, ma sempre senza sentirsi in dovere di farlo, abbandonarsi alla piacevolezza della musica, ai suoi significati, alle mille e mille sfumature di intensità emotiva che essa comunica. - Sei anche scrittore, sta per essere pubblicato presso l’editore Il torchio di Padova una tua raccolta di Poesie, ce ne vuoi parlare? Certo, la raccolta di poesie in questione è intitolata “Non è più il tempo di amare” e sarà pubblicata questo Settembre 2019. Penso che l’uomo abbia il sacrosanto diritto ad appassionarsi a tutte le aree del sapere e dell’arte verso cui lo dirige il suo interesse. C’è una tendenza troppo professionalizzante in questa nostra società che inibisce molte passioni, ed ognuno di noi è costretto a coltivarle quasi in clandestinità. Per anni ho pensato che la musica fosse l’unico mio mezzo di espressione, ma non era così, anche la fotografia e la scrittura ad esempio, mi appassionano molto. Bisogna però abbattere quelle barriere mentali che impediscono di lasciar fluire liberamente la propria energia creativa. Le limitazioni sono le classiche obiezioni “ma non è il mio lavoro”, “non sono tagliato per questo” ecc. Ognuno di noi deve iniziare a pensare di conquistarsi il diritto alla felicità, facendo tutto ciò che sente di fare. - Sul piano internazionale hai avuto riconoscimenti, o esperienze concertistiche? Ho vinto alcuni premi internazionali sia di composizione che di esecuzione pianistica. Un momento al quel sono molto affezionato nel ricordo è quello della mia partecipazione alla Conferenza mondiale del Pianoforte, tenutasi al Novi Sad, in Serbia nel Luglio del 2015. In quella occasione ho potuto presentare alcuni mie composizione per pianoforte.

 




Genere
MUSICA classica
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pianoforte musica classica intervista