Con tanto amore, Mario.



Mario è un personaggio che mi accompagna da molti anni,

Mario è un nome comune per un uomo comune, Mario è un ex postino senza età, che vive il momento finale della vita o forse dà fine ad una “vita” per ricominciarne un'altra nuova.

E’ uno spettacolo muto e in bianco e nero.

Il titolo richiama una canzone di Mario Abbate, utilizzata nello spettacolo insieme alla canzone Mario di Enzo Jannacci (di cui  amo la poesia) e una radio che trasmette  previsioni del tempo.

In fondo non lo definirei spettacolo, è come un block notes…

Sono annotazioni di problemi brucianti, di idee, scoperte, invenzioni, progetti, concezioni, partiture, materiali, attività parallele…lettere, giornali, calendari, indirizzi date, mappe di viaggio, incontri,…niente...

La storia è “una” storia, “mille” storie, la “mia” storia...

Il luogo è una stanza o un angolo di una strada, un armadietto…l’anticamera della morte...

Sei pronto?

Mai!

Lì con i mille oggetti…

Non servono a nulla?

…neanche io!

Sono oggetti…

e anche io.

L’uomo…un corpo umano…

un fragile e poetico imballaggio

dello scheletro della morte e della speranza di durare fino al giudizio universale…

….non pronuncia una parola

muto e vuoto come una tomba,

rende pubblico ciò che nella vita dell’individuo c’è di più segreto

che contiene in sé un valore supremo

che al mondo può apparire ridicolo, piccolo,

una miseria.

L’arte trae quella miseria alla luce del giorno.

…che cresca e governi…

(T.K. e P.T.)




Genere
TEATRO Contemporaneo Poesia